Archivio mensile:marzo 2021

Poesie regalate

Ecco i testi delle poesie che sono state scambiate su Whatsapp dai gruppi di lettura di Schio in occasione della Giornata Mondiale della Poesia di domenica scorsa

Buona lettura!

GABBIANI, di Vincenzo Cardarelli
Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch’essi amo la quiete,
la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.

UN SEPALO, PETALO, E UNA SPINA, di Emily Dickinson
Un sepalo, petalo, e una spina
In un comune mattino d’estate –
Una boccetta di Rugiada – un’Ape o due –
Una Brezza – una capriola tra gli alberi –
Ed io sono una Rosa!

A VENEZIA, di Chiara Carminati
Nella città d’acqua, in lontananza
paiono pennelli sottili
le punte dei campanili.
Così ciotole di un pittore
rovesciate con eleganza
sono le cupole delle chiese
nella città d’acqua, in lontananza.

AUBADE – CANTO DELL’ALBA, di Elisa Franchetti
Il sole di nuovo percorre
le strade del giorno.
Con passo stillante
sull’erba notturna
cerca l’ombra del tuo corpo
dietro la tenda leggera del sonno.
Che alti intrecci di libertà
nei voli veloci che il vento accende
di rondini sonore.
E la rosa inchina il suo profumo
lungo il tuo fianco addormentato.
Alzati:
l’ora è impaziente.
Il mattino fiorirà
sotto i tuoi piedi.

OCCORRE DIRE ALLA ROSA CHE E’ ROSSA, di Silvia Secco
Occorre dire alla rosa che è rossa.
Chiamare ROSA la rosa. L’intera
rosa. E la rosa sfogliata, la foglia,
la spina, il petalo chiuso nel libro
una memoria del tatto, l’odore
scampato al gelo, lo stelo reciso
all’altezza del nodo. Non termina
mai d’essere rosa l’ultimo lembo
rimasto a sfioritura e non è rosa
già il seme della rosa? Vedi, cose
così come questa cosa mutano
se ne muti una sola consonante,
e una c fa comune il nome proprio.
Nella distrazione la rosa smette.

STO, di Roberta Cervellin
Sto
sospesa
a mezz’aria
appesa ad un filo
di tela di ragno.

SII PAZIENTE, di Rainer Maria Rilke
Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e…
cerca di amare le domande che sono simili
a stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poiché non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.

DENTRO LA PAROLA PERSA IO MI PERDO, di Franco Loi
Dentro la parola persa io mi perdo,
divento le cose del mondo, l’aria che passa,
quella parola che sta dietro l’aria
e si fa chiara agli occhi che stanno nel tempo;
e se io parlo non so chi è a parlare,
è il vento che parla nel mio sentimento,
che niente si fa dal niente, e nel pensare
la voce che mi chiama mi viene dentro.

TULIPANO, di Loretta Danzo
Petali gialli
cadono dagli occhi
lasciando
il fiore intero
mi fermo e raccolgo
quei pezzi
l’acqua era troppa
resto sorpresa
posso attraversare
il limite ed accorgermi
che non sono sola
a scrutare la corolla
il movimento del sole
aderisce alla tenerezza schiudendo
la distanza in presenza continua:
la solitudine svanisce
il profumo del sorriso
rimane incollato
intorno al presente

LUCE CALANTE, di Louise Gluck
Eravate come bambini molto piccoli,
sempre in attesa di una storia.
E io l’avevo fatto troppe volte;
ero stanco di raccontare storie.
Così vi ho dato carta e matita.
Vi ho dato penne fatte di giunchi
che io stesso raccolsi, di pomeriggio nei prati folti.
Vi dissi: scrivete la vostra storia.
Dopo tutti quegli anni ad ascoltare
pensavo avreste saputo
cosa fosse una storia.
Avete solo saputo piangere.
Volevate che tutto vi venisse detto
e nulla di pensato per vostro conto.
Allora compresi che non potevate pensare
con vero ardimento o passione;
non avevate ancora avuto le vostre vite,
le vostre tragedie.
Così vi diedi vite, vi diedi tragedie,
perché quanto pare i soli strumenti non bastavano.
Non saprete mai che profondo
piacere mi dia vedervi seduti lì
come esseri indipendenti
vedervi sognare alla finestra aperta,
tenendo le matite che vi ho dato
finché la mattina estiva si dissolve nella scrittura.
Creare vi ha dato
grandi emozioni, come prevedevo,
come fa in principio.
E ora sono libero di fare quel che mi piace,
di occuparmi di altro, sicuro
che non avete più bisogno di me.

( SCRIVERE NELL’ERA CRISTIANA), di Stefano Guglielmin
Infine la parola, questo bianco
d’uovo, che principia. Duemila
anni di cenere sulla testa, e tempesta.
Scrivere è questa neve sporca sui rami.
Il loro oscuro deviare che gemma
quando vorrà. C’è attesa e disgelo
intanto, il crescere di bocca in bocca.

Canto di primavera, di Mariano Guzzonato
‘Ndoe vetu merlo caro,
che a odor de primavera
te canti apena ciaro
fin quando che vien sera?
E dopo, come feto,
a na giornata bela,
svejar quei che xe in leto
da in sima quea panèla,
e no’ te pensi a cosa,
la gente coi so credo,
parlando de’a to sposa,
diséa de tanto fredo?
No’ stà vardare a quando,
che ghe sarà gran caldo,
pì te ‘ndarè cantando
quel sìgolo spavaldo.
Ma dime un po’ parché,
col to scoatare alegro,
de quelo ca te fe,
capire mi son pegro?
E no’ te sè mia quanto,
in verità sincera,
de ti mi son contento,
ciamando primavera!

Fora stajon, di Augusta Golo
Ghe vo drio a un fiocheto de neve
che go puntà
fin ch’el gera ancora in alto,
pena ch’ el xe spuntà
sul nero dei cipressi del giardin davanti.
Go fato fadiga a no’ perdarlo in mexo ai altri,
che, come tanti tuxiti birichini,
i ghe girava intorno spavaldi,
come se i gavesse vosudo
urtarlo, tocarlo, spintonarlo.
Lu…, tranquilo, lexiero, picinin,
se dondolava in qua e in là,
no’ li badava,
el continuava a cascare
lento, pacifico, pian pianelo,
in cerca de un postexelo
dove andare a posarse.
El ga schivà el lampion dea strada,
el xe passà in mexo ai rami dea marinelara
sensa fermarse,
no’ l’ ga vossudo posarse
gnanca sue foje dea siesa.
I fili pì lunghi de l’erba del prà
el li ga ancora schivà
e l’è ‘ndà a finire
dove che forse el volea sparire:
sui petali xali de ‘na primula nova,
xà sbocià,
che xe spanà du dì fa
sperando che la primavera
fusse proprio rivà.

L’AMICISSIA, di Angelo Sartori

Come l’è bela l’amicissia vera!
Come l’è cara quando se ghe l’à!
Tanti crede d’averghela e no’i sa
che ghe n’è pochi che ghe l’à sincera.

No l’è quela discreta bela siera
che de solito tuti se se fa;
un sentimento l’è che va più in là
e l’ anima te ciàpa tuta intiera!

L’amicissia l’è più che simpatia;
l’è na gran stima che te nasse in cor,
che contento te fa ne l’alegria,

che conforto te porta nel dolor.
L’è na cara passion che no va via,
l’è la sorela vera de l’amor

Reciprocità, di Wislawa Szymborska

Ci sono cataloghi di cataloghi.

Poesie sulle poesie.
Drammi su attori recitati da attori.

Parole per spiegare parole.
Cervelli intenti a studiare il cervello.
Tristezze contagiose come una risata.
Carte che provengono dal macero di carte.
Sguardi veduti.
Casi declinati secondo i casi.
Fiumi grandi con serio contributo dei piccoli.
Boschi ricoperti di bosco fino al ciglio.

Macchine adibite a fabbricare macchine.
Sogni che all’improvviso ci destano dai sogni.
Salute necessaria per tornare in salute.
Tanti scalini a scendere quanti sono a salire.
Occhiali per cercare occhiali.
Respiro che inspira e espira.
E almeno una volta ogni tanto
ci sia l’odio dell’odio.
Perché alla fin fine
c’è l’ignoranza dell’ignoranza
e mani reclutate per lavarsene le mani.



21 marzo “Giornata internazionale della poesia”

Il 21 marzo sarà la #giornatamondialedellapoesia.

I gruppi di lettura di Schio, Città che legge, invieranno via WhatsApp l’audio di una poesia alle lettrici e lettori con preghiera di condividerla con gli amici: un’onda di poesia che avvolgerà la città!

In biblioteca abbiamo esposto un percorso dedicato alla Poesia. Oltre ai libri dei maggiori poeti della letteratura mondiale troverete in distribuzione un pensiero poetico (per i più piccoli una filastrocca) da prendere e portare con voi a casa.

Letture di marzo dai nostri Gruppi di Lettura

Mese nuovo, nuove letture.

Il Gruppo di lettura ”Le lettrici del lunedì “affronta “L’ultima intervista” di Eshkol Nevo, un romanzo che nasconde la trama attraverso le risposte ad una serie di domande poste al protagonista, uno scrittore.
Emergono così molti temi legati alla scrittura, al rapporto tra realtà e finzione, ma c’è anche la storia di un matrimonio in crisi, la difficoltà della convivenza tra popoli che da anni si combattono, l’importanza dell’amicizia, la varietà dei sentimenti e la loro manifestazione, il gusto dell’ironia e … tanto altro.

Finalista del premio Lattes Grinzane 2020, l’acclamato autore de “La Simmetria dei desideri” e “Tre piani “ci mostra come la vita stessa di uno scrittore possa diventare letteratura.

Il Gruppo di lettura “I lettori in Circolo” invece, hanno scelto “Niente caffè per Spinoza” di Alice Cappagli. L’incontro si terrà on line sabato 20 marzo. Un romanzo delicato, emozionante, ricco di citazioni (45!) e continui richiami ad altri libri che diventano ulteriori spunti di lettura. Quando all’ufficio di collocamento le propongono di fare da cameriera e lettrice a un vecchio professore di filosofia che ha perso la vista, Maria Vittoria accetta senza pensarci due volte. Il suo matrimonio sta in piedi «come una capannuccia fatta con gli stuzzicadenti» e tutto sembra suggerirle di essere arrivata al capolinea. Il Professore la accoglie nella sua casa e mentre lei cucina zucchine e legge per lui stralci di Pascal, Epitteto, Spinoza, Sant’Agostino, Epicuro, tra i due si crea un’armonia silenziosa e bellissima. Il Professore sa sempre come ritrovare le verità dei grandi pensatori nelle piccole faccende di economia domestica e Maria Vittoria scopre che la filosofia può essere utile nella vita di tutti i giorni. Perché dai libri è possibile ripartire sempre, anche quando ogni cosa intorno ci dice il contrario.

Vincitore del Premio John Fante Opera Prima 2020. Lei gli legge i filosofi e gli riordina la casa, lui le insegna che nei libri si possono trovare le idee giuste per riordinare anche la vita. Un romanzo per chi ama i libri, sulla “saggezza” dei libri.